La giornata della memoria

La Giornata della Memoria

“PER NON DIMENTICARE…”

(iniziativa condivisa tra le strutture del Gruppo)

LA GIORNATA DELLA MEMORIA rappresenta un momento importante, ancor più in questo periodo storico, proprio “per non dimenticare”.

Una giornata condivisa con gli ospiti della struttura, molti dei quali conservano un ricordo ancora molto vivo degli anni della guerra.

Nelle attività di gruppo ascolto si è data voce ai loro ricordi ed alle loro emozioni, sollecitate anche dalla visione di documentari a tema, che hanno fornito lo spunto di riflessioni e scambio di opinioni tra gli ospiti.

Il laboratorio espressivo e grafico- pittorico ha permesso di realizzare alcuni disegni a tema e le attività occupazionali di riprodurre il binario e la valigia di cartone, simboli della deportazione di “un viaggio senza ritorno”. L’abbiamo chiamata così, “La valigia della memoria”, simbolo del viaggio, di solito fatto di andata e ritorno, ma non per questa storia e non per quelle valigie. Al loro interno si potevano trovare occhiali, indumenti, giochi, scarpe, diari e foto, questo perché i soldati davano loro la speranza che un giorno sarebbero ritornati nelle loro case. Purtroppo, non fu così per milioni di persone.

La lettura di brani tratti dal libro “Se questo è un uomo”, di Primo Levi, ha stimolato la riflessione che occorre mantenere viva la memoria, per trasmettere alle generazioni successive la consapevolezza che questi fatti sono realmente accaduti. Così come il libro “Il bambino con il pigiama a righe”, che racconta l’orrore di un campo di sterminio attraverso gli occhi di due bambini di otto anni, legati dalla più profonda delle amicizie, nata oltre qualsiasi barriera. La scelta di questa lettura ha permesso ai nostri ospiti di esprimere pensieri ed opinioni relativi alla storia presentata, la quale evidenzia come i bambini siano all’oscuro nel modo in cui vedono le cose rispetto agli adulti sottolineandone l’innocenza degli stessi e l’insensatezza della guerra, mostrando come l’odio e i pregiudizi possano distruggere anche ciò che di più puro esiste: l’amicizia e la fiducia.

La rappresentazione del filo spinato ha incorniciato il pensiero di Nelson Mandela: “Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano ad odiare e, se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare perché l’amore, per il cuore umano, è più naturale dell’odio…”.

La rappresentazione delle scarpette rosse, testimonia la vita spezzata di una bambina  che non è più cresciuta, metafora di un’infanzia ormai interrotta. Le scarpette sono diventate simbolo di milioni di altre vite, inghiottite nei campi di concentramento e che non hanno più goduto della libertà.