Il cibo e la ritualizzazione di gesti, un tempo consueti, diventano il filo conduttore di un’esperienza molto più ampia, che contribuisce a dare ancora senso e valore alla persona.
Venerdì 7 febbraio, al San Francesco Hospital, si è svolta la “Festa dei riti e degli antichi sapori”, che ha ripercorso le varie fasi di lavorazione della carne del maiale.
Nei giorni precedenti, attraverso le attività di gruppo ascolto, gli ospiti della struttura sono stati stimolati a rievocare vissuti ed emozioni legate alla tradizione contadina, ancora presente in molti paesi del nostro territorio.
Guidati dall’esperienza degli anziani e dal loro interesse verso l’iniziativa, l’équipe psico-socio-educativa li ha affiancati nella ricostruzione delle fasi di lavorazione della carne, attraverso la realizzazione, prima, di cartelloni illustrativi e, successivamente, dando vita alla rappresentazione scenica, nella sala comune, alla presenza di ospiti e familiari.
Sono stati allestiti più tavoli di lavoro, simulando le fasi di lavorazione della salsiccia, la preparazione della minestra con la verza, la ricetta tradizionale, con i vari passaggi, per ottenere il sanguinaccio e la “caddara”, in cui venivano riposti i vari tagli del maiale, collocata al centro della sala.
Gli ospiti sono stati entusiasti di lavorare in gruppo per condividere l’obiettivo, che ha sortito un effetto positivo per l’umore ma anche per il mantenimento delle abilità residue.
L’esperienza ha coinvolto più generazioni (nonni, figli e nipoti), apparentemente distanti ma che, attraverso lo scambio intergenerazionale, possono arricchirsi vicendevolmente.
La festa è stata allietata dal suono emozionante e rievocativo della fisarmonica.