Ci sono tradizioni nate dalle necessità, che scorrono e si tramandano per intere generazioni. La “lavorazione della carne di maiale” affonda radici lontane, nel tempo in cui intere famiglie univano le forze per provvedere alle conserve per i lunghi inverni.
Gli ospiti della Casa Protetta, attraverso i gruppi ascolto, hanno richiamato alla memoria riti ed usanze, che fanno parte della loro storia di vita e che destano, pertanto, forti emozioni.
Il cibo e la ritualizzazione di gesti, un tempo consueti, diventano il filo conduttore di un’esperienza molto più ampia, che contribuisce a dare ancora senso e valore alla persona.
“Ricordi di un giorno di festa” è stato il filo conduttore della giornata.
Sono stati recuperati antichi oggetti e strumenti utili alla lavorazione del maiale ed è stato allestito un piano di lavoro per la preparazione delle polpette insieme ai nostri cari ospiti. Questi ultimi hanno prestato molta cura al dosaggio degli ingredienti, al procedimento, impastando con determinazione e amore.
È stato emozionante scoprire ancora una volta come determinate attività si rivelino terapeutiche ai fini del mantenimento delle funzioni cognitive e motorie.